di Simone Boscali
Prima di scrivere queste riflessioni ho sprecato un po’ di tempo a leggere le versioni contrarie rispetto al fatto che me le ha ispirate.
Mi riferisco alla recente cerimonia di inaugurazione in Svizzera del tunnel del San Gottardo e alle sue simbologie sataniste. Poiché la fantasia e l’inconscia volontà di credere a ciò che si vuole sono forti anche nell’animo meglio intenzionato, ho incrociato le interpretazioni antagoniste (come quella di Maurizio Blondet) con quelle dei siti di disinformazione (che non cito per non far loro pubblicità) nel modo più distaccato possibile e la mia conclusione è che se l’interpretazione di un Blondet o di altri autori stranieri non è esatta al 100%, siamo almeno al 90.
Prima di proseguire si badi bene. Non si vuole, nelle righe che seguono, dare sfogo a un piagnisteo scandalistico cattolico-integralista e nemmeno omaggiare il bigottismo del fondamentalismo islamico noto alle cronache. Si vuole invece parlare di un satanismo legato agli ambienti politico-finanziari che trascende ogni visione religiosa e che anzi precede l’istituzione stessa delle maggiori fede monoteistiche (si pensi ai culti de facto satanici ai vari Seth, Saturno, Kronos, Ahriman, etc…). E si tratta oggi di un fenomeno che, sebbene possa non interessare alle persone prive di una sensibilità spirituale, si interessa di tutti, religiosi e non.
Ahimè, a dispetto degli articolati tentativi dei debunker di far passare l’allarme su questa inaugurazione come l’ennesima paranoia complottista, ho trovato solo conferme del reale significato satanico di quella cerimonia e il loro collegamento alla locale mitologia elvetica per spiegare certi simbolismi paiono meno efficaci di una foglia di fico.
Ciò che mi preme maggiormente ora non è però l’approfondimento di quello che ormai possiamo identificare come un vero rituale a Satana da parte dei potenti d’Europa e dei loro collaboratori, quanto capire perché una cosa di questo tipo, che ha avuto una certa eco anche nei media di regime ed è facilmente rintracciabile in rete, non abbia scosso le coscienze dei più, nemmeno di coloro, pagani, cristiani o musulmani, che dovrebbero avere in proposito maggior sensibilità.
E torniamo al discorso del complottismo poiché ciclicamente si verifica che quelle previsioni che gli autori e i militanti definiti con disprezzo “complottisti” dalla visione di regime si rivelano corrette a distanza di tempo. Solo che il pubblico non è in grado di cogliere la portata di questo vuoi perché le vecchie previsioni “cospirazioniste” sono state nel frattempo banalmente dimenticate, vuoi perché, al contrario, non se ne riconosce l’importanza in quanto il fatto previsto a suo tempo si è in effetti verificato ma sicuramente per il pubblico deve avere un altro significato, positivo e non negativo.
Questo stesso ragionamento si può proporre nel caso del satanismo. Da tantissimo tempo infatti siamo vittime di una capillare esposizione di simboli satanici, massonici e contro-iniziatici. Simboli mimetizzati sotto significati annacquati rispetto al loro valore originale o comunque difficili da cogliere e che non sono sempre simboli visivi ma, talvolta, nascosti in numeri, date, suoni.
Nel caso dei segni visivi, il simbolo satanico a cui siamo probabilmente più esposti è la contro-runa di Yr (che si oppone alla runa salvifica di Algiz). Si tratta di un antichissimo simbolo che raffigura un uomo stilizzato col capo e le braccia verso il basso a rivelare la propria tensione e devozione verso gli inferi. Come possiamo notare essa è nascosta in quello che dagli anni sessanta in poi è conosciuto come il simbolo della pace particolarmente in voga nel movimento hippie in America, e oggi molto usato per esempio sui capi di abbigliamento, specialmente femminili o per bambini.
Anche l’occhio onniveggente della massoneria fa spesso capolino nei video musicali, in particolare di cantanti come Lady Gaga, ottenendo il doppio risultato di abituare gli spettatori all’idea di essere sempre controllati da un’entità superiore (in realtà inferiore) ma anche di sminuire e banalizzare il significato di quel simbolo così da non darvi la giusta importanza se notato in contesti più formali.
Sempre molti cantanti fanno ricorso nei video o nelle scenografie dei concerti a parodie di sacrifici o rituali violenti con uso di carne e sangue (ora reali, ora di scena) o cadaveri in putrefazione (in questo caso si spera siano solo scenografici).
Ricordiamo poi il simbolismo intrinseco all’Expo 2015 di Milano, un omaggio al capitalismo predatorio incastrato fra le due notti di Valpurga (30 aprile/1 maggio) e di Halloween (31 ottobre/1 novembre) con tanto riproduzione modernista di un Albero della Vita che fin troppo rievoca l’omonimo albero posto nel Giardino dell’Eden e del quale Adamo ed Eva non riuscirono a cogliere il frutto dopo aver mangiato quello dell’Albero della Conoscenza (una conoscenza rubata, prometeica) grazie alla cacciata divina. Evidentemente, in quella manifestazione dedicata al dio denaro, l’uomo voleva riprendersi un frutto che una divinità più saggia gli aveva negato.
Il continuo stillicidio di queste simbologie, visibili e non, ha l’effetto di assuefarci, di abituarci poco alla volta alla presenza del Male al punto da rimanere insensibili nei momenti di una sua effettiva rivelazione, una comparizione che quasi non viene notata nemmeno da chi, pagano, cristiano o musulmano, dovrebbe essere più attento a queste cose.
Non sembra infatti possibile, nemmeno dopo aver dato il maggior credito possibile ai disinformatori del debunking, che un vero rituale come quello dell’inaugurazione del San Gottardo possa essere passato sotto silenzio e che non una sola voce ufficiale si sia levata per esempio dalla Chiesa.
La presenza di importanti personalità dei governi europei non fa che rendere l’avvenimento ancora più inquietante, quale che fosse il loro stato d’animo. Possiamo credere che nessuno tra Matteo Renzi, Angela Merkel e François Hollande abbia colto il valore rituale e satanico della rappresentazione cui stavano assistendo? Se è così questo significa che anche le maggiori personalità di governo hanno ormai una capacità di lettura, una coscienza della realtà del tutto azzerata e questo fa di loro dei perfetti burattini, cosa che li delegittima immediatamente. Ma se, come è più probabile, essi hanno perfettamente inteso ciò cui hanno assistito… assumerebbero all’istante un ruolo ben diverso. Complici di quel rituale e in qualche modo facenti parte del complesso sistema dei livelli di potere che accedono a quella forma di devozione.
E in entrambi i casi, di fronte alla loro impassibile presenza (quale che fosse la ragione di questa impassibilità) il popolo non ha colto nulla sebbene tutto, ma proprio tutto sia reperibile e visibile.
Questo è l’effetto del piccolo ma continuo avvelenamento quotidiano delle coscienze. E’ l’effetto della “rana bollita” che, messa in una pentola d’acqua fresca, non si accorge che si sta scaldando poco alla volta e quando è sul punto di essere bollita non ha più la forza di saltare fuori. Siamo stati drogati interiormente e la nostra coscienza profonda è annebbiata, incapace di cogliere i piccoli segnali coi quali il Male si annuncia al punto da non comprendere nemmeno il momento in cui si è presentato ufficialmente con tanto di sfoggio diplomatico.
Aver preso correttamente atto di quanto scritto sopra (un resoconto comunque abbozzato, insufficiente) è il primo passo per ri-vedere tutto ciò di cui si è parlato sotto una luce rinnovata e ri-prendersi la propria coscienza della realtà, scatenando un effetto domino che poco alla volta disintossichi i nostri occhi annebbiati.