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Strage di Parigi, quarto attacco all’Europa in pochi mesi
Ci siamo. Siamo stati facili profeti, come previsto dall’articolo di fine settembre, è partito il quarto attacco all’Europa in pochi mesi! Protagonista è questa volta l’estremismo islamico armato.
Questa è un storia di chiaro/scuri, fatta di fanatismo e servizi segreti. Dal ruolo di Bin Laden, amico della famiglia Bush, che in Pakistan all’inizio degli anni ’80 con l’aiuto della CIA organizza le prime milizie islamiche anti russe, all’utilizzo delle stesse in Cecenia negli anni novanta, alle ombre sulle dinamiche dell’11 settembre a New York, fino ad arrivare all’uso dell’Internazionale islamica sia per sbarazzarsi del ‘non allineato’ Gheddafi che nella Siria amica dei Russi.
Alcuni settori degli USA da una parte additano l’Islam come la grande minaccia tramite i media servili, e, dall’altra, chiudono un occhio sulle sovvenzioni alla Jahd tramite un membro della Nato (Turchia) e i propri fantocci delle petromonarchie. Qual è l’obiettivo di fondo? Qual è il piano strategico messo in atto per un’Europa ormai da anni senza statisti?
L’obiettivo è sia geopolitico, sia economico: implementare il trattato/gabbia TTIP, introdurre la dittatura digitale della moneta elettronica, dare con la scusante del terrorismo islamico un forte ‘giro di vite’ al controllo elettronico/poliziesco, continuare nella stretta burocratico/fiscale delle classi medie e fare ulteriormente avanzare la stretta sui salari.
Attenzione: l’obiettivo è, facendo leva sulla grande paura, trasformare il nostro continente da crogiolo di identità storiche e culturali diverse in una grande gabbia senza identità, alla mercé dello stivale americano e della grande finanza. In poche parole, trasformare l’Europa in una ‘PRIGIONE dei POPOLI’.
Andrea Farhat
Tre attacchi micidiali all’Europa: l’estate calda del continente
Un’estate di fuoco per l’Europa.
Tutto comincia in giugno e va avanti fino a tutto luglio, è lo psicodramma euro-mediatico sulla Grecia.
Il paese ellenico e con esso l’Europa vivono due mesi di fuoco per fronteggiare la crisi del debito.
È opportuno ricordare che in Grecia tutto parte dai conti truccati ad opera della Goldman Sachs nel 2001 per fare entrare, in zona Cesarini, la Grecia nell’euro.
La banca USA viene poi condannata per la sua “fantasia contabile” sul caso Grecia ad una grossa multa.
Visto il ruolo della Goldman Sachs (vera punta di diamante della finanza usurocratica americana) è possibile pensare che il vero obiettivo dei conti truccati in quell’occasione fosse realmente la volontà di mettere una bomba ad orologeria nei conti europei per poterla poi sfruttare, come poi è avvenuto, nel momento più opportuno.
Così la prima parte dell’estate è stata monopolizzata dalla psicodramma collettivo sulla Grecia lasciando una grave ferita alla credibilità finanziaria dell’intero continente.
Agosto e settembre sono invece caratterizzati dall’esodo di massa, prima via mare, poi via terra attraverso il nuovo “varco balcanico” reso improvvisamente praticabile per masse sempre più ampie di immigrati/profughi alla ricerca dell’Eden europeo.
La pressione dei media, veri bombardieri dell’ordine mondialista, è stata totale, hanno mosso tutte le pedine disponibili.
Dagli inviati specialissimi dei TG, ai lacrimevoli talk-show, ai dotti editoriali sempre pronti a farci una lezioncina in chiave pro-invasione in nome dei diritti umani (vera ideologia della mondializzazione).
In realtà questo progressivo ed epocale flusso sembra favorito da una strategia di fondo tendente a creare uno shock identitario all’Europa e prospettando nel medio/lungo termine la creazione dell’homo economicus senza identità, vero obiettivo degli strateghi dell’indebolimento dell’Europa.
Le due prime crisi estive hanno riguardato il debito pubblico e l’identità, l’ultima, quella della Volkswagen punta al cuore economico del continente, alla punta di diamante, trucchi a parte, della struttura e della credibilità industriale dell’Europa.
Il peso del pubblico nella proprietà, il ruolo dei sindacati nel Consiglio di Amministrazione e l’essere icona dell’efficienza germanica nel mondo, hanno reso la Volkswagen obiettivo ideale dei mastini del neoliberismo.
Quale può essere la ragione di fondo di questa micidiale e ravvicinata tripletta?
La mia ipotesi è che questi tre affondi siano stati orchestrati dall’altra parte dell’Atlantico per convincere alcuni settori economici europei, tuttora resistenti, ad accettare il TTIP.
I politici non hanno bisogno di pressioni in quanto già asserviti agli USA per vocazione.
Il TTIP, Trans Trade & Investment Partnership, è un trattato tra USA ed Europa sulla cui definizione è in atto un negoziato dal 2013.
L’obiettivo proposto è quello di integrare i due mercati, riducendo i dazi doganali e rimuovendo in una vasta gamma di settori le barriere non tariffarie e i regolamenti tecnici e le regole sanitarie. Insomma, l’ennesima spinta a favorire le corporates americane nel nostro continente.
Le oligarchie finanziarie mondialiste, con gli USA in prima fila, stanno cercando di imporre all’Europa un’ulteriore accelerazione del processo neoliberista che già tanti danni sta procurando a livello di salari e disoccupazione.
Con gli avvenimenti di questa estate si tenta di dare una spallata a chi tenta di opporsi al diktat USA.
Probabilmente se questi attacchi non sortiranno gli effetti desiderati dalle oligarchie finanziarie statunitensi è lecito aspettarsi, per l’autunno/inverno, qualche altra pesante sorpresa atta a piegare le ultime resistenze degli ambienti economici europei più riluttanti.
di Andrea Farhat